22 gennaio 2011

Robert Rive: fotografia e turismo nell'Ottocento

Giovanni Fanelli e Barbara Mazza, Robert Rive, Mauro Pagliai editore, Firenze, 2010, pp. 189, € 39,00.

La fotografia nel turismo è di evidente importanza e la Visual History sta fornendo agli storici nuovi strumenti metodologici per analizzare e interpretare le immagini nell’ambito di un fenomeno così complesso quale è il turismo.
Purtroppo molti tra i primi archivi fotografici sono andati dispersi; uno tra questi è quello di Robert Rive, operante in Italia nel secondo Ottocento.
Rive nasce in Prussia, a Breslavia – oggi in territorio polacco –, da famiglia francese e dal 1850 è a Napoli con un fratello, dove avvia un fortunato atelier fotografico commerciale specializzato in ritratti e soprattutto in vedute. A Napoli risulta attivo fino alla fine del secolo.
Così come l’altro fotografo Georg Sommer (1834-1914), pure attivo a Napoli e con il quale è sicuramente in rapporto, Robert Rive realizza vere e proprie campagne fotografiche nei luoghi più frequentati dai viaggiatori del secondo Ottocento, contribuendo così a realizzare una sorta di catalogo di immagini dell’Italia.
A Robert Rive è dedicato questo bel volume, edito a Firenze da Mauro Pagliai e realizzato da Giovanni Fanelli con la collaborazione di Barbara Mazza.
Fanelli ripercorre la biografia di Rive, descrive le scelte tematiche e compositive, la produzione, i marchi e fornisce il catalogo degli esemplari rinvenuti durante la ricerca in varie collezioni pubbliche e private.
110 le fotografie selezionate, riprodotte e analizzate.
Rive realizza e pubblica migliaia di fotografie delle località italiane più desiderate e frequentate dai flussi stranieri nei decenni a cavallo dell’unità d’Italia: il golfo di Napoli, la costa salernitana e Paestum, la Sicilia, le grandi città d’arte e Tivoli, Orvieto, il Lago di Como, il Lago Maggiore e il Lago di Garda. In poche parole Rive fotografa quella che possiamo definire la geografia turistica dell’Italia del secondo Ottocento, che egli rappresenta magistralmente attraverso la ripresa del paesaggio.
Con un attento lavoro di comparazione di immagini, Fanelli mostra come Robert Rive reinterpreti il disegno di paesaggi già rappresentati e interpretati da artisti precedenti in incisioni, acqueforti, disegni avviando comunque una prima importante esplorazione delle potenzialità del nuovo mezzo fotografico.
È un’iconografia che va a comporre l’immagine - non più romantica - di un Paese che ancora non è ridisegnato dalle profonde trasformazioni che lo stesso turismo apporterà a luoghi e società a partire dall’ultimo decennio dell’Ottocento. Nelle fotografie di Robert Rive città d’arte, resti dell’antichità e località climatiche costituiscono quei grappoli di destinazioni che le ferrovie – in veloce costruzione – stanno rendendo sempre meglio raggiungibili. Imponente è la produzione di fotografie nel golfo di Napoli, e non potrebbe essere altrimenti, visto che nel primo Ottocento vi si concentra un immaginario di viaggio e soggiorno eccezionale e composito, fatto di paesaggio, arte, archeologia e pittoresco.
Annunziata Berrino

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