4 novembre 2018

Invito alla lettura. "Memorie e scritti" di Luigi La Vista: quando Napoli piange i suoi martiri!

“…E tra noi sorgeva, ammirato da tutti, da nessuno invidiato, Luigi La Vista. Quando egli leggeva o parlava, i compagni lo ascoltavano quasi con devozione; un silenzio profondo si faceva nella scuola, ed il maestro, immobile sulla cattedra, lo guardava con una compiacenza che non poteva nascondere. La sua parola armoniosa, chiara, eloquente manifestava un intelletto pronto a salire nelle più alte speculazioni della filosofia, innamorato del bello coll’ardore d’un poeta. E la bontà dell’animo suo, che traspariva dagli occhi, dal volto, da tutto, dava ai suoi pensieri un certo affettuoso entusiasmo, che ci rapiva prepotentemente…”



Questo il ritratto di Luigi La Vista (1826–1848) che Pasquale Villari dipinge con singolare maestria nelle pagine della splendida prefazione alle “Memorie e scritti” del suo compagno di scuola. Peraltro, una meravigliosa e interessantissima prefazione di oltre quaranta pagine, da considerarsi a tutti gli effetti un'“opera nell'opera”. Senz’altro meritevole di attenta lettura.

Luigi La Vista morì, poco più che ventenne, il 15 maggio del 1848, in un giorno funesto nella storia di Napoli. Venne ucciso, trucidato, dai mercenari svizzeri al servizio del Borbone, di fronte agli occhi del padre. Luigi, giovane martire della libertà italiana, rappresenta un simbolo, l’emblema del sacrificio che i napoletani hanno offerto alla storia per realizzare il sogno unitario italiano. Napoli sacrificò molti figli per costruire il nostro presente, e non esistono martiri di prima o di seconda classe; tuttavia, esistono uomini la cui morte prematura ha sottratto ai posteri la possibilità di apprezzarne l’intelletto e goderne l'opera. Ed è grazie alla memoria del passato che abbiamo la possibilità di rileggere correttamente il nostro presente.

Luigi La Vista, primo discepolo di Francesco De Sanctis, se non fosse stato defraudato del proprio futuro, sarebbe certamente diventato uno dei più brillanti pensatori e scrittori del nostro Risorgimento; ma Luigi, così scrisse il suo illustre maestro, “…conscio di sua futura grandezza, non dubitò di dare alla patria più che la vita il suo avvenire.” Le pagine di quest’opera, composte dall’autore nei ritagli di tempo, magari tra una lezione e l’altra, ci conducono, tra genio e dolcezza, tra sapienza e sentimenti, nella mente e nel cuore dell’acerbo patriota. Una raccolta di scritti che, pagina dopo pagina, mostra una maturità letteraria e una profondità di pensiero decisamente eccezionali per uno scrittore di soli vent'anni.  

Gli scritti del La Vista, dopo la sua morte, passarono di mano in mano, nascosti dai suoi amici e compagni per paura che la polizia borbonica distruggesse l’ultimo avanzo della sua vittima. Pasquale Villari, in esilio a Firenze, riuscì, molti anni più tardi, a entrarne in possesso e, senza esitazione, si adoperò per raccoglierli, ordinarli e pubblicarli.

Il volume andò alle stampe a Firenze nel 1863, con i tipi Felice Le Monnier.

La ristampa è oggi acquistabile presso i principali online store e disponibile sul web anche in versione gratuita.

Buona lettura,

Cristiano Morucci

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